


Oscar Giachino, incisore piemontese, affronta il tema del paesaggio raffigurando una propria immagine introspettiva e personale in rapporto al mondo ed alla natura che gli stanno intorno. Alcune sue vedute ricalcano l’immaginario dell’arte romantica e quello della letteratura ottocentesca, aprendosi a nuove soluzioni tecniche; altre trattano il tema della memoria e l’ineluttabile trascorrere del tempo, approdando infine a un ciclo di luoghi più personali, in cui si mescolano ricordi d’infanzia e nuove poetiche.
Un altro repertorio dell’artista, variegato e seducente, è quello delle figure, un insieme di forme evocative di luoghi letterari e mitologici; di organismi animali resi unici attraverso un’interpretazione che attinge alla geometria; di bellissime figure femminili dalle espressioni schive e introverse; o ancora di composizioni ibridate, piacevolmente spiazzanti, ma indicative di possibili aperture di senso. Un complesso dai molteplici rimandi che suggerisce un’essenza ideale del visibile.
L’artista immagina grandi sogni che traduce sulla carta lasciando marcate indicazioni di un "altrove" accessibile unicamente con la fantasia personale. Rappresenta veri e propri scenari di natura 'sublime', in cui è possibile perdersi, avvolti da una semioscurità un po' stregata.
La tecnica grafica di Oscar Giachino ci comunica incisività dei segni e al contempo morbidezza soffusa di contorni e di atmosfere romanticamente tenebrose.
Lorenza Salamon
"Nature incise", Milano
Salamon Fine Art Gallery
Enrico Perotto
esposizione “Spectaculum Prosequitur”, Cuneo
Giachino dà forma a un mondo visionario di elementi naturalistici, tratti, per esempio, dall'habitat marino, come nel caso della serie dei velieri che solcano mari sprofondati in abissi di oscurità paurose, o di quella o di quella del Codex Nautilus, in cui gli esseri marini, animati da guizzante vitalità, sono accostati a elementi grafici di fredda razionalità, o ispirati al fascino di figure femminili, dall'intensa caratterizzazione espressiva. Sempre domina su tutto un sapiente gusto per il trattamento alla maniera nera delle sue acqueforti, che lascia trasparire i legami con la lezione di Mario Calandri, rivissuta però con un intento sicuramente più libero e con una personale freschezza interpretativa.”
“Acquaforte, acquatinta, maniera nera sono le tecniche più utilizzate dal nostro giovane autore che, senza mai sconfessare le procedure ortodosse e la tradizionale “rassomiglianza”, le piega alla personale lettura del mondo delle forme, siano esse naturali (vegetali, animali, umane) o prodotte dall’uomo (molte le suggestioni antiche di templi, rilievi, sculture o disegni architettonici perfettamente riconoscibili) o ancora puramente ornamentali (rosoni gotici, meandri greci, racemi liberty, motivi da tappezzeria). La quasi virtuosistica corrispondenza al vero negli animali d’acqua, di terra e d’aria si ritrova anche in certe cariatidi e centauromachie il cui fascino sta nella inesorabile corrosione della pietra ad opera del tempo. Turneriani sono invece i naufragi, le procelle, le battaglie navali dalle composizioni a vortice ceriche di contrasti tra neri drammatici e biancori abbaglianti.
Forma e composizione sono le ossessioni di Oscar: da lì tutto ha origine compresi gli accostamenti arditi di frammenti iconici che oltrepassano i confini semantici; gli apparentamenti messi in atto sono infatti di tipo formale: curve, rette, ritmi lenti e ondulatori, guizzi improvvisi, risucchi di neri assoluti, esplosione di bianchi. Solo in un secondo tempo subentrano “giustificazioni” contenutistiche o narrative, a volte indotte dai titoli.”
Fulvia Giacosa
"Incisioni" 2019, Cuneo,
Palazzo Samone